Un mese con la Comunità Parrocchiale S. Gemma di p. Max Anselmi Passionista

Un mese con la

Comunità Parrocchiale S. Gemma

fonte battesimale

 

Resoconto del lavoro svolto

sotto forma di condivisione di vita

 

di Max Anselmi Passionista

 

Un sentito ringraziamento

Sul bigliettino, sul quale riportavamo la nuova preghiera che abbiamo composto in onore di santa Gemma, dedicandola a ciascuno degli abitanti del territorio pastorale che porta il suo nome, esprimevamo un sentito ringraziamento ai presbiteri e a tutta la popolazione, così:

“Siamo riconoscenti ai presbiteri della comunità parrocchiale di averci invitati per un mese, a partire dal 13 aprile 2018, ad aiutare la popolazione del territorio dove Gemma è nata ed è stata battezzata ad avvicinarsi e comprendere la sua vita nella storia di ogni giorno e del suo tempo e a sentirla ancora più vicina a noi. Gemma dovrebbe essere conosciuta e divenire sorella soprattutto dei giovani perché lei li ha tanto amati ed essi hanno bisogno di un messaggio di gioia e di una persona alla quale possono ricorrere per sentirsi amati e capiti. Con gli auguri di ogni bene e di ogni grazia e cordialmente salutando, Vostro Padre Max Anselmi, passionista”.

Proviamo a dire qualcosa sul lavoro svolto

Iniziamo questo scritto, che vuole essere un ragionato resoconto del lavoro svolto, ma insieme anche una condivisione di esperienza e di vita, confermando che personalmente siamo stati molto contenti di aver potuto venire per 5 fine settimana nelle cinque parrocchie, che insieme formano la “Comunità parrocchiale S. Gemma”.

Siamo stati tra voi quindi non un giorno, non una settimana, ma per un tempo notevole ossia per più di un mese: da venerdì 13 aprile a mercoledì 16 maggio, festa liturgica di santa Gemma e dobbiamo riconoscere che ci siamo spiritualmente tanto avvantaggiati. Per questo rinnoviamo il nostro grazie ai Presbiteri, don Damiano Pacini e don Giovanni Dombo, a Madre Antonia Grosso, superiora generale delle Sorelle di santa Gemma con tutte le sue religiose come pure a tutti i membri della Comunità Cristiana, in particolare ai bambini, che tanto ci hanno voluto bene!

Il compito che ci era stato affidato era quello di presentare in ogni singola parrocchia la figura, l’opera, il messaggio di santa Gemma Galgani.

Il programma prevedeva questo ordine: al venerdì sera (alle ore 21.00), incontro per gli adulti e i giovani; al sabato pomeriggio, incontro con i fanciulli e le fanciulle di catechismo; alla domenica, alla Messa di orario, a tutta la popolazione.

Come procedere? La domanda è molto importante, perché dalla risposta che ad essa si dà derivano scelte di metodo nonché di contenuto.

Essendo stati lasciati liberi, noi, come abbiamo spiegato in varie circostanze – in particolare a S. Colombano e a Segromigno in Monte -, abbiamo deciso di occuparci di alcuni nuclei fondamentali della vita ed esperienza di fede di questa santa di una radicalità evangelica unica!

Quindi più che soffermarci sul racconto biografico – il quale, è bene notarlo,  non è stato per nulla trascurato: infatti più di una volta ci siamo fatti aiutare dalle Sorelle di S. Gemma, dando loro la parola per presentarlo almeno nei suoi tratti principali -, ci siamo concentrati sulla singolarità e specificità della Santa: una santa giovane, una santa mistica, una santa di altissima dottrina spirituale.

Ripetiamo, per conoscere la biografia di santa Gemma non è difficile, soprattutto per Voi che vivete nei luoghi dove lei è nata e vissuta: basta visitare i luoghi legati alla sua memoria oppure consultare l’internet alla sua voce… Noi stessi abbiamo pubblicato diversi volumi sulla Santa… che si possono avere dalle Sorelle di S. Gemma: l’autobiografia in una splendida edizione (l’originale con la trascrizione a fronte), due volumetti sulla sua prima Comunione (alcuni li abbiamo distribuiti ai bambini e ad interessati), un volume di ben 1200 pagine con particolari ricerche sulla famiglia, la scuola, i medici, la spiritualità (dal titolo: Sorella santa Gemma… Così ti penso).

Gemma una santa attuale e originale

È importante prendere atto che Gemma Galgani è una santa – come don Damiano ha bene evidenziato sul manifesto – quanto mai attuale e, si potrebbe aggiungere, originale…

p. Max in una delle celebrazioni domenicali

Ci siamo impegnati, nel nostro piccolo, a parlare sì di lei, mettendo però alla base e quale punto di partenza delle nostre istruzioni la sua attualità, prendendo quindi in considerazione, evidenziandolo anzi e facendolo sentire, che è una santa “evergreen“, “sempreverde”, una santa del “tempo nuovo”, del “tempo adulto”. Ma, attenzione, quando noi la diciamo “attuale”, non facciamo un’affermazione generica, perché ci permetteremo di qualificarla tale solo là e nella misura che risulterà davvero “attuale”, ossia capace di interpellare noi viventi oggi, non di più e non di meno. Sia dunque chiaro che di Gemma Galgani non ci interessa sottolineare una sua attualità “cronologica” o “interpellante”, che tocca il cuore…, ma il fatto che è una santa che fa sentire vivo, attuale, presente colui di cui è detto nella Sacra Scrittura: “A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen. Ecco, viene con le nubi e ogni occhio lo vedrà, anche quelli che lo trafissero, e per lui tutte le tribù della terra si batteranno il petto. Sì, Amen!” (cf. Ap 1, 5- 7). Esattamente, abbiamo cercato di presentare la sua figura, il suo messaggio, il suo futuro di testimone della grazia, in rapporto alla novità del vangelo, non in rapporto al fatto che la sua storia sia interessante o di benedizione per una persona o un gruppo di persone di un determinato tempo che si confrontano con lei: una cosa, questa, apprezzabilissima ma che non può costituire la norma e misura della validità ed esemplarità della santa, perché tale novità,  pur essendo fondata sul rapporto alla novità del tempo in quanto tale, viene subito superata e resa vecchia dal sopravvenire del tempo successivo, per il quale la santa specifica può anche non interessare più… Gemma Galgani è invece una santa nuova, in ogni tempo sempre nuova, perché ha in sé e comunica in misura alta, diciamo meglio, straordinaria la novità dell’avvenimento cristiano.

A riguardo poi del rispettare l’originalità di santa Gemma, sforzandoci di presentarla come una personalità con una spiritualità unica, noi… l’abbiamo sempre cercato di fare. A riprova, riportiamo su questo argomento, tanto interessante, una annotazione che abbiamo fatto in occasione del primo centenario della morte di S. Gemma (1903-2003) e rilanciata pure altre volte.

Diversamente da come è stato fatto in alcuni nostri studi, di comprendere la spiritualità di Gemma alla luce dell’esperienza del fondatore dei Passionisti, il grande apostolo e mistico della Passione, Paolo della Croce, in genere si tenta di capirla tramite parallelismi e confronti con mistici di altri Istituti religiosi.

Tale metodologia può giovare, ma presenta il forte limite di uniformare diverse esperienze spirituali, minimizzando le loro tipicità e differenze. Quando ci si trova di fronte a santi “unici”, come Gemma, è invece necessario rispettarli e mantenerli nella loro singolare grazia tramite una adeguata visione teologica ed ecclesiale della Comunione dei Santi, nella quale c’è posto per tutti e tutti trovano il loro giusto posto e spazio.

Ora se si vuole capire santa Gemma, più di quanto ci può favorire il metodo del confronto, è necessario lasciarci guidare da persone particolarmente significative che l’hanno conosciuta e in più hanno cercato di portarne avanti l’ideale di grazia o l’intuizione di fondo. Ne nominiamo tre: Madre Giuseppa Armellini, Madre Gemma Eufemia Giannini, Madre Maddalena Marcucci. Questi “colossi” della spiritualità passionista non solo ne hanno accolto e continuato il messaggio, ma l’hanno anche arricchito, con un contributo personale notevole, tanto da essere considerate a Lucca iniziatrici con santa Gemma di una significativa scuola della sapienza della croce, nella linea di san Paolo della Croce, quella del puro amore.

In coerenza con questo dato, se conoscere la vita, la testimonianza evangelica e il messaggio di santa Gemma è molto importante e sempre giovevole sia dal punto di vista spirituale che della cultura esperienziale teologica, trattandosi, nel suo caso di una personalità con una spiritualità unica, è però necessario farlo adottando una metodologia adeguata.

Contenuti e dinamiche delle istruzioni tenute nelle diverse parrocchie

La prima parrocchia visitata è stata quella di S. Colombano. S. Colombano è molto importante per la storia di santa Gemma. Qui il vescovo, Mons. Nicola Ghilardi, nel 1903, qualche mese dopo la morte di Gemma, stese il documento con il quale autorizzava la fondazione del monastero delle Passioniste a Lucca, unito al quale più tardi fu costruito il santuario in suo onore!

Nello scegliere le istruzioni ci siamo lasciati guidare dal fatto che Gemma si caratterizza come una delle più grandi contemplative e mistiche della Passione del Signore del mondo.

Tre sono stati i punti forti delle nostre istruzioni compresa l’omelia della domenica:

la Passione non è un qualcosa di negativo né per i bambini né per i giovani e neppure per gli adulti. Al centro della contemplazione della Passione non ci sta infatti la sofferenza, ma il mistero della grazia e della salvezza. Il pensare alla Passione non aumenta quindi la sofferenza nel mondo, non aumenta neppure la sofferenza che ognuno di noi ha, ma fa esperimentare ad ognuno che crede nel Signore Gesù il principio della grazia! Che tesoro, che immenso dono è mai far conoscere il principio della grazia ai bambini, ai giovani, alle donne, agli uomini, agli anziani, a tutti annunciando il vangelo della Passione! Dove sta la negatività, da giungere a far togliere dagli occhi delle persone il crocifisso?  No, non c’è nessuna negatività nella contemplazione della passione, ma solo un incanto misterioso ma reale, perché la passione è un fatto tutto d’amore. Non si deve quindi avere paura di pensare alla Passione, anzi di promuovere la memoria della Passione, consapevoli che questo è un servizio di grazia, di salvezza, di risurrezione, è un grande aiuto per far entrare nelle persone l’amore di Dio Padre.

Fratello e sorella, alla luce di santa Gemma, la grande contemplativa della Passione, impegnati anche tu e non dire mai sono stanco o stanca nel promuovere il nuovo principio della grazia, il principio della festa piena per l’umanità!

Se Gemma è celebrata per la sua contemplazione della Passione, proviamo ad imitarla anche noi, già subito.

In base al principio che è più facile fare le cose che stare lì a discutere, ai bambini di S. Colombano è stata proposta, per imitare santa Gemma, la recita di un “rosario” particolare, del tutto nuovo: il rosario delle sette parole di Gesù in croce. (A dire il vero la recita ha richiesto alquanto tempo: forse poteva bastare anche una o due parole soltanto…). I bambini sicuramente essendo stato coinvolgente al massimo, con movimento dei piedi e delle mani (per indicare i tre livelli: di purificazione, illuminazione e di unione d’amore), non se lo dimenticheranno più! Agli adulti come atto di memoria della passione è stato valorizzata la prima parte del racconto della Passione, come si fa alla domenica delle Palme.

Nell’omelia della domenica, ribadendo il concetto che la Passione non va intesa quale sofferenza soltanto, ma anche e soprattutto quale introduzione nel mondo del principio della grazia e che quindi il pensare alla passione non è per nulla negativo, ma positivo al massimo, è stato proposto l’esercizio che dimostrerebbe tale positività nei seguenti termini:

Sii sensibile alla felicità degli altri. Porta sempre nel cuore la passione del Signore e quella del tuo popolo e chiediti che cosa farebbe piacere alle persone che oggi incontrerai… Sii creativo, lavora per la felicità del mondo.

In effetti questo è l’invito che Gemma continuamente ripete:

Ricordati della Passione di Cristo sempre e dovunque; ricordati della sua Passione che continua nelle infinite infelicità degli uomini: prendile a cuore, cioè dimostra di amare i fratelli; prenditi a norma la “regola d’oro” del Vangelo: “Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro” (cf. Mt 7, 12); sii pertanto sensibile alla felicità dell’altro. Inizia la tua giornata sempre con l’operazione della felicità: porta sempre nel cuore la passione del Signore e quella del tuo popolo! E chiediti, in base al tuo stato, ogni giorno, all’inizio del giorno e più volte al giorno, nel segreto del tuo spirito, senza dirlo a nessuno: Che cosa farebbe piacere alle persone che oggi incontrerò? Sii creativo, lavora per la felicità del mondo, senza mai pretendere che gli altri siano sensibili alla tua felicità, anche se di questa attenzione affettuosa ne avresti bisogno, perché, se ti fermi a riflettere e la cerchi, tutto il tuo cammino spirituale si blocca. Inventa ogni giorno una sorpresa per accrescere la felicità di chi ti sta accanto! Questa è memoria della passione realizzata.  Ora, tu fratello o sorella, dopo aver sentito dire questo, non sei più quello di prima, chissà quanto sarai diverso, più buono e santo, quando praticherai e diventerà tua norma di vita l’operazione della felicità! Avanti. Parti. Inizia! Grazie.

Questo è Gemma e questo è il suo dono: pensa alla passione e lavora per la felicità delle persone!

Le istruzioni tenute nelle altre parrocchie

Se noi avessimo potuto dire di santa Gemma in tutte le altre parrocchie (Segromigno in Piano, Segromigno in Monte, S. Andrea in Caprile, Tofori e Camigliano), anche solo quello che abbiamo detto a S. Colombano, personalmente saremmo stati contenti, perché avremmo di lei offerto una immagine meravigliosa.

Per una completa comprensione di santa Gemma non ci siamo però limitati a presentare questo primo, certamente fondamentale nucleo di mistica della Passione, ma abbiamo cercato di ricordare anche che la sua spiritualità ha al suo centro la vita. Su questo argomento ci siamo intrattenuti sia con i bambini al sabato che nella omelia della domenica. Con gli adulti, come atto di memoria della passione, abbiamo pregato, a Segromigno in Piano, la Via Lucis, mentre con i bambini abbiamo recitato il Salmo pasquale 117 intercalato con l’antifona cantata: Questo è il giorno che ha fatto il Signore, rallegriamoci ed esultiamo. Due punti, nelle istruzioni a Segromigno in Piano, sono stati particolarmente evidenziati, anche perché erano presenti i bambini della prima Confessione: la grande, anzi singolare importanza che la confessione ha nella vita di Gemma intesa quale rinnovata pentecoste, ossia festa dello Spirito Santo, e il programma d’incanto che ci suggeriscono le due parole che Gemma ci propone: bacio e croce.

In suo onore abbiamo chiesto che sul comodino ognuno abbia il crocifisso, in modo da terminare e iniziare la giornata, d’ora in poi, sempre con un bacio a lui, il nostro Amore, il nostro Salvatore.

Per far cogliere la potenza e radiosità della proposta abbiamo raccontato che, quando eravamo bambini, la mamma prima di metterci a letto ci baciava e ci faceva baciare un piccolo crocifisso. Ora a volte ci chiediamo se la mamma prima ci faceva baciare il crocifisso o se prima dava il bacio a noi. Pensiamo che prima dava il bacio a noi e solo dopo ci faceva baciare il crocifisso. Bacio e croce: queste due parole formano un programma di vita.

Bacio e croce: prima abbiamo bisogno di essere baciati, di sentirci amati, per avere la forza e il coraggio, anzi la spontaneità gioiosa di baciare la croce. La croce che si bacia, naturalmente, non è il pezzetto di legno, ma è la vita. Infatti chi ci mette in croce è la vita. Quando si cerca di vivere bene, in conformità col vangelo, è la vita stessa che crocifigge e fa morire in croce. Quando si bacia la croce, è la vita che si bacia. Sentendoci amati e sostenuti dal bacio ricevuto, sì, si bacia la vita, si è capaci di amare la vita, di dire grazie per la vita, di testimoniare che piace vivere. Bacio e croce, che spiritualità grande!

Il bacio che da bambini riceviamo dalla mamma, crescendo, si capisce che è il bacio di Dio stesso. Dio infatti è come il sole e il suo bacio illumina tutta la nostra vita.

Grazie, Gemma di questa altissime e stupenda lezione!

Non dimentichiamo il punto di partenza: Gemma è la grande, originale mistica della Passione, ora noi non vogliamo solo parlare di questo, ma imitarla. Infatti: è più facile fare le cose, che  stare a discuterle, l’abbiamo detto, ma conviene ripeterlo, per fissarselo bene in mente. Sì, imitiamo santa Gemma, pensando anche noi qui e ora alla passione.

A Segromigno in Monte abbiamo fatto la memoria della passione con il canto dei lamenti del Salvatore come ce li propone la liturgia del Venerdì Santo. L’istruzione ha avuto come oggetto la famiglia Galgani nel territorio. In particolare è stato evidenziato l’amore alla povera gente da parte del nonno il Dott. Carlo Galgani, delle zio Dott. Maurizio e come pure del papà di Gemma, che ha aperto per primo la farmacia a Borgonuovo di Camigliano per evitare alla popolazione di doversi recare a Lucca per acquistare le medicine. Sempre la famiglia Galgani ebbe un particolare affetto per i poveri. Il nonno è nominato nei giornali d’epoca in quanto assistette con spirito eroico i colerosi nel 1854-1855. Di lui si trovano nell’archivio storico di Capannori molte lettere a favore dei poveri. Lo stesso amore ai poveri viene raccontato di Gemma nelle biografie che trattano di lei.

Nella prima omelia delle due Messe della domenica l’attenzione è stata attirata sul fatto che la famiglia Galgani fu provata grandemente nella salute, negli affetti, negli affari, nei lutti. E come si è comportata Gemma di fronte a questo “fallimento” della sua famiglia? La risposta è stato formulata così: – Prendendo atto della realtà e offrendo tutto con fede al Signore. Potremmo dire la cosa anche così: – Reagì con il pessimismo della ragione e l’ottimismo della fede. E noi, di fronte ai tanti fallimenti esistenziali, economici, familiari che stiamo attraversando, come potremmo reagire da discepoli di colui che è morto e risorto per noi? Anche per noi la soluzione non è il suicidio – soluzione troppo comoda -, non è la disperazione, ma, contemplando il crocifisso come ha fatto Gemma, anche noi potremmo reagire con dignità alta, cioè non solo con il pessimismo della ragione, ma anche e soprattutto con l’ottimismo della fede.

Nelle seconda omelia, in conformità alla liturgia della parola, in particolare al vangelo, là dove si dice che se si vuole amare il Signore è necessario praticare i comandamenti, si è creduto opportuno ripassare insieme ai fedeli i dieci comandamenti. Questo lo si è voluto fare in onore di santa Gemma, la quale era molto istruita nel catechismo: prese infatti nella gara cittadina del 1894 il primo premio con medaglia d’oro. L’omelia non poteva terminare senza richiamare l’urgenza di curare la conoscenza del catechismo e la formazione religiosa, partecipando alle proposte di formazione permanente che la comunità cristiana offre. Uno forse non oserebbe immaginare che l’ignoranza religiosa sia tanto diffusa, ma i fatti lo documentano: bambini e non solo bambini… che non sanno neppure l’Ave Maria! Che Gemma susciti in tutti il desiderio prima e l’impegno poi di curare l’istruzione religiosa, ricordando le parole di Gesù: chi mi ama ha da praticare i comandamenti, ma, aggiungiamo noi, per praticarli occorre conoscerli! Per questo li abbiamo ripassati. È più facile farlo che stare a raccomandarlo!

A S. Andrea in Caprile durante la Messa, concelebrata con il parroco, è stato possibile offrire una immagine completa di Gemma quale persona autentica.

A Tofori, dato che è santuario mariano, si è voluto presentare la devozione mariana di Gemma. La sua, come tutti i manuali di mistica fanno presente, è stata una devozione elevatissima, di tipo mistico. Dopo aver approfondito alquanto questo interessantissimo argomento, lo si è voluto completare con qualche applicazione attualizzante. Di particolare rilevanza è la nuova antropologia spiegata in una prospettiva mariana.

A Camigliano, ai bambini di catechismo dalla suora, Sorella di S. Gemma, sono stati presentati alcuni momenti salienti della vita e storia di santa Gemma, rallegrando il racconto con canti in suo onore.

Personalmente eravamo interessati a far entrare nella mente e nel cuore dei bambini alcune convinzioni sull’importanza di invocare la santa e di chiedere a lei di insegnare loro a pensare alla passione.

Come testo sia per i bambini che per gli adulti della “memoria della Passione” abbiamo scelto Gesù coronato di spine e deriso (cf. Mt 27, 11-31).

Agli adulti, nell’istruzione, abbiamo spiegato e motivato la necessità di partire col passo giusto: ossia dalla ambientazione storica e critica della figura e opera di Gemma, evitando fantasie, ricostruzioni biografiche inventate… Partendo dal passo giusto, si fa già solo con questo un gran passo!

Alla fine, abbiamo cantato il Te Deum, riconoscendo il grande dono che la Santissima Trinità ha fatto alla Comunità cristiana di Gemma.

durante la processione

 

 

 

 

 

 

 

 

Il grande giorno conclusivo: domenica 13 maggio 2018

Il giorno 13 maggio, giorno in cui si ricordava la prima apparizione della Madonna a Fatima come pure la Festa della Mamma, si è tenuta la santa Messa conclusiva, presieduta da don Damiano, a cui si sono uniti quali concelebranti don Giovanni Dombo, don Leonardo Della Nina e Padre Max Anselmi, nel parco-giardino della Casa Madre delle Sorelle di S. Gemma a Borgonuovo di Camigliano.

Alla fine della Messa Padre Max è stato invitato a far dono alla “Comunità Parrocchiale di S. Gemma” di un suo pensiero o messaggio a conclusione dei 5 fine settimane passati nelle singole parrocchie.

Dopo aver ringraziato i presbiteri per la preziosa esperienza che gli avevano concesso di fare nella loro Comunità parrocchiale, ai partecipanti alla Messa ha voluto, alla luce della radiosa testimonianza di santa Gemma, loro compaesana, segnalare due punti ossia offrire due ricordi, per proseguire nel cammino intrapreso di integrazione ecclesiale.

Primo ricordo

Santa Gemma fu una persona di grande consistenza evangelica, fu una persona di grande fede, di una grande fede pratica. In questo va imitata, perché se non si mette alla base la fede, sarà impossibile andare d’accordo, sarà impossibile creare comunione e comunità.

Per portare avanti il cammino intrapreso occorre evitare di partire dalle proprie idee e convinzioni, sia pur buone e sante. No, non si deve partire dalle proprie idee, ma da un atto di fede pratica.

Cerchiamo, per farci capire, di spiegare che cosa intendiamo per fede pratica.

In questa fase della Vostra Unione di Parrocchie in una sola Comunità, quando dagli insegnamenti, dal dialogo, dalla progettazione si passa alle scelte, è naturale che tutti vogliano parlare, che tutti vogliano proporre e attirare l’attenzione sulle loro idee, insomma che tutti ritengano di aver da dire qualcosa di utile e ragionevole.

Tutto questo, ripetiamo, è naturale e sembra quanto mai ragionevole farlo.

E invece, esaminato a fondo alla luce del vangelo, delle persone che hanno capito e vissuto realmente il vangelo come santa Gemma, questo modo di procedere se lo si sceglie segnala chiaramente che in tutti manca la fede, perché prevale l’io. Facendo così però, lo si può prevedere in anticipo, non si risolverà nulla di nulla!

La fede che permette di trasportare montagne o sradicare piante, come assicura il Signore Gesù (cf. Lc 17, 6), è la fede, non quella dottrinale, ma quella pratica che fa porre al centro dei propri pensieri non i propri pensieri, ma il pensiero di Dio, la volontà di Dio.

Di questa fede, essendo in diretta relazione con l’onnipotenza di Dio, basterebbe averne poca, ossia “quanto un granello di senape” (cf. Mt 17, 20; Lc 17, 6) per fare opere grandi, miracoli. Anzi a chi ha questa fede “nulla sarà impossibile” (cf. Mt 17, 20).

Perché diciamo che se si vogliono davvero risolvere i problemi delle parrocchie e di qualunque altra cosa, non bisogna partire dalle proprie idee sia pur buone? Perché il rischio maggiore viene dalle idee buone: più sono buone, più sono sante… “peggio” (!) è, perché esse pongono l’io al centro della mente e delle idee delle persone e quando questo avviene, niente e nessuno poi riuscirà a farglielo togliere. Persone così dicono tante cose apprezzabili e possono anche avere ragione, anzi molto spesso hanno ragione per davvero, ma, lo si noti, avendo al centro delle loro idee le loro idee, anche se sono sante, non hanno però fede! E senza fede le loro idee sono fragili, anzi impotenti. E che sia così se ne ha la prova nel fatto che con tutte le più belle idee che hanno, queste persone non fanno niente, non cambiano niente e, ecco il colmo, non permettono che si cambi nulla! Osiamodircelo e riconoscerlo: parrocchie, monasteri, Istituti religiosi, associazioni di bene, gruppi di preghiera e di servizio, sono distrutti e resi fermi e morti da persone che hanno le idee migliori, ma sono senza fede, perché mettono e tengono fisso al centro della loro mente il loro io. Al centro delle loro idee non c’è Dio, ma l’io. Questa è miscredenza pura. E che questi ambienti siano pieni di persone senza fede sa dell’incredibile, ma purtroppo è così. Abbiate compassione di me, non tiratemi una pietra se ho osato esprimermi così! Lo dico perché motivato dall’esempio di grandissima fede di Gemma, vostra compaesana, e perché solo con la fede pratica una Comunità Cristiana si costituisce, cresce e sviluppa.

Secondo ricordo

L’appello a partire non dalle proprie idee, anche se buone e sagge, per affrontare i problemi, ma dalla fede pratica, è motivato non solo dalla vitalità vincitrice che ne viene, ma anche dalla concordia pur essa vincitrice che si ottiene.

Infatti, qui, in questa fede pratica che supera gli io egoistici e gli scontri di volontà dei singoli tra loro, sta il fondamento dell’andare d’accordo, di vivere una comunione profonda, indistruttibile tra tutti i membri della Comunità parrocchiale. L’esperienza dimostra che chi si lascia guidare da questa fede pratica vince per principio tutte le tensioni che uccidono a lungo andare ogni vitalità e creatività e soprattutto fa toccare con mano che non solo è possibile andare d’accordo, fare comunione, ma che è impossibile non andare d’accordo! Si vive un paradiso anticipato! Provare per crederlo…

Conclusione

In segno di riconoscenza dell’esperienza che ci è stata donata di aver trascorso nella Comunità Parrocchiale S. Gemma praticamente un mese o più, abbiamo composto una nuova preghiera a santa Gemma, con la richiesta di recitarla di frequente, possibilmente ogni giorno. Amen. Alleluia!

La mia opinione sul titolo “Comunità Parrocchiale di S. Gemma Galgani”

Avete fatto bene a dare al territorio pastorale il nome di santa Gemma per molteplici motivi: Gemma è una santa del territorio,

una santa che è vostra compaesana,

una santa viva e vera,

una santa reale e storica,

una santa giovane,

una santa di altissimo profilo evangelico,

una contemplativa della passione del Signore e della povera umanità;

una santa che ha amato molto le persone e cha ha pregato, dotata com’era da un potente carisma di intercessione, per esse notte e giorno.

Non solo lei, ma unitamente a lei anche i suoi familiari e parenti meritano di essere ricordati:

i Galgani infatti in quanto medici e farmacisti hanno amato molto questo territorio,

aiutando in modo esemplare e a volte persino eroico gli ammalati e i poveri e, data la loro professione di prestigio sociale, contribuendo con la testimonianza e l’insegnamento alla formazione della gioventù.

Padre Max Anselmi, Passionista.

biglietto di ringraziamento