Gemma Galgani fiore della Passione, il film

Gemma Galgani il film

con Laura Biagini e Beatrice Citti, con la Regia di Rosanna De Marchi e Luigi Avella

Luigi Avella e Rosanna De Marchi hanno diretto il film sulla vita di Santa Gemma Galgani che è stato presentato a Segromigno in Monte la sera del 16 maggio, in occasione della festa liturgica della santa lucchese. Abbiamo rivolto a loro alcune domande.

 

Come mai avete deciso di realizzare un film sulla vita di Santa Gemma?

 

Rosanna De Marchi – l’Associazione Santa Rosa da Viterbo ha come scopo la diffusione della devozione alla santa viterbese ma il fine, che anima i soci, è quello di divulgare la Parola di Dio attraverso la presentazione della vita dei santi. È una forma di catechesi molto valida che abbiamo sperimentato con successo. Le nuove tecnologie e l’utilizzo dell’informatica, attraverso il web, hanno attirato l’attenzione di tutti ed in particolar modo dei giovani. Questi sono spazi di incontro e di confronto che devono essere evangelizzati per evitare una deriva culturale agnostica o addirittura atea. La presenza cristiana nel web è fondamentale ed urgente per la nuova evangelizzazione. C’è un rischio che, attraverso il web, si possa esaltare la propria immagine nell’esporre una catechesi personalizzata ed infruttuosa. Presentare testimonianze attraverso la vita dei santi è un modo per parlare un linguaggio accessibile a tutti e, a nostro avviso, efficace.

 

Luigi Avella – la proposta di progettare e realizzare un film su santa Gemma è stata mia. Nell’Associazione ho avvertito il disagio e lo stupore della proposta. Nessuno conosceva santa Gemma Galgani. L’idea era fortemente interessata: molti anni fa, visitando Casa Giannini e la stanza di via della Rosa, dove santa Gemma morì, domandai alla santa di accogliermi come fratello spirituale. Fu in quella stanza che pensai, tanti anni fa di realizzare un video sulla santa. Allora, realizzavo sequenze video con diapositive per i giovani che frequentavano la casa salesiana del sacro Cuore di Gesù al Castro Pretorio in Roma. Come cooperatore salesiano ero impegnato a realizzare due ideali, nella spiritualità di don Bosco: la gioventù e la diffusione delle letture cattoliche. Al tempo di don Bosco la diffusione era cartacea, in quel tempo sulla cellulosa e ai giorni nostri sul DVD.

 

Quale difficoltà avete incontrato per la progettualità dell’opera?

 

Rosanna De Marchi – per quanto mi riguarda la prima difficoltà è stata quella di documentarmi sulla vita della santa. Non è stato facile. Gemma appariva una donna colpita da tante disgrazie e umanamente provata da tanti eventi che apparivano inaccettabili da parte di chi doveva scrutarne l’anima per poi realizzare un film. Luigi ha provato a rincuorarmi nel sostenere che Gemma era una santa molto cara al cielo. La criticità maggiore è stata quella di superare la difficoltà di essere fedeli alla sua spiritualità. Temevo che avremmo distorto la realtà e, come spesso accade, esaltato, o peggio, mortificato la vita di questa giovane santa. Il rischio c’era ed era inutile negarlo.

 

Luigi Avella – è vero. Abbiamo trovato difficoltà a scrivere la sceneggiatura. I tempi di un video sono molto brevi per raccontare una vita ma molto ampi per diffondere un messaggio evangelico. Dovevamo ad ogni costo evitare il rischio di presentare la vita di Gemma diversa da quella spirituale che realmente ha vissuto.

 

Come avete superato questa difficoltà?

 

Rosanna De Marchi – l’idea è stata di Luigi che ha proposto come sceneggiatura l’autobiografia di santa Gemma. In tal modo avremmo superato il timore di sbagliare. Chi meglio di Gemma nel raccontare se stessa?

 

Luigi Avella – utilizzare il diario di santa Gemma è stata un’intuizione che ha dello straordinario. Un giorno chiesi a santa Gemma se avesse gradito un video che raccontasse la sua vita. Dopo pochi giorni, nel dormiveglia, sognai una giovane vestita di nero ed accanto a lei una signora vestita, anche lei di nero. I visi non erano visibili ma avevo la netta sensazione che la giovane fosse Gemma e la signora una suora anziana. La signora che aveva accanto Gemma disse per tre volte: semplicità e amore. Al risveglio chiamai Rosanna dicendo che era necessario realizzare un video senza esagerare sullo straordinario. Rosanna accettò l’idea del diario come sceneggiatura e decidemmo di evitare abusi nel raccontare lo straordinario (stimmate, sangue e manifestazioni celesti) attenendoci al minimo indispensabile.

 

Avete realizzato il progetto in due mesi. Un tempo molto breve per realizzare un film.

 

Rosanna De Marchi – effettivamente il tempo è stato breve, considerando che le riprese venivano effettuate di sabato e di domenica. Gli attori e le comparse lavoravano e sacrificavano i propri affetti. Tutto è stato realizzato senza intoppi. Evidentemente qualcuno lavorava per noi. Quante volte abbiamo risolto dei problemi all’ultimo minuto, ormai sfiduciati e stanchi? Passavamo da una location ad un’altra senza avere il tempo di riposarci o di ristorarci. Considerate che molto tempo si passa per organizzare il fabbisogno e per la scelta dei costumi. Inoltre, abbiamo avuto la grazia di realizzare delle riprese video in Casa Giannini e nella chiesetta della Rosa a Lucca.

 

Luigi Avella – abbiamo lavorato sodo e spesso la sera ero stanco ed avevo timore nel rientrare a Roma. Una volta invece di andare a Roma mi ritrovai con la macchina a Terni. La cosa strana, che mi accadeva, quando arrivavo a casa, era che mi sentivo riposato e invece di andare a letto mi ritrovavo a preparare le scene successive. La forza di andare avanti era legata alla consapevolezza che santa Gemma gradiva il film. Senza questa consapevolezza avrei sospeso tutto.

 

Alla fine del percorso siete soddisfatti?

 

Rosanna De Marchi – molto e per tanti motivi. Intanto abbiamo realizzato il film sulla vita di Santa Gemma che amo tanto. Gemma ha toccato davvero la mia anima e la sento molto vicino. Mi ha sempre donato forza nell’affrontare le mie difficoltà quotidiane. Mi sento molto legata a lei. Inoltre, sono contenta che tante persone hanno conosciuto santa Gemma. Mi riferisco alle 150 persone che direttamente o indirettamente hanno partecipato alla realizzazione del film. Sono soddisfatta che molte persone la conosceranno e l’apprezzeranno attraverso la visione del video. Ho conosciuto le Sorelle di Santa Gemma che ci hanno accolto con amore e familiarità. Ogni volta che sono partita da Lucca mi sembrava di lasciare il cuore nella loro casa.

Luigi Avella – più che soddisfatto, emozionato. Non ho raccontato la vita di una santa ma di una sorella spirituale. Quante volte ho pianto pensando che il legame tra me e santa Gemma fosse solo nella mia fantasia. Oggi, Gemma, la mia cara sorella, mi ha consolato dandomi la prova che, nel mondo del divino, nessuna parola o promessa va dispersa. Si, sono soddisfatto. Anche io ho conosciuto a Lucca persone stupende. Oltre, alle suore Sorelle di santa Gemma che hanno creduto nel progetto, voglio ringraziare due persone: Alessandro Fenili e Gianfranco Rosi. Il primo è stato il braccio con il quale santa Gemma mi ha aiutato a Lucca ed il secondo è stato il mezzo con il quale santa Gemma mi ha portato dalle suore. Poi, Alessandro è stato anche bravo ad interpretare don Lorenzo Agrimonti. Vuol sapere cosa penso? Lucca non è più distante come prima. È molto, molto vicina.

Gemma Galgani: fiore di passione
I santi sono icone di Dio. La prima volta che sentii questa frase rimasi stupito. Poi, con il tempo ho compreso che l’uomo è stato creato a sua immagine e somiglianza e la frase era appropriata. Conseguenza logica: se i santi fossero icone di Dio sicuramente attraverso di loro si parlerebbe di Lui. Tra queste icone ho cercato di disegnare, con tanti amiche ed amici, il volto di Gemma. Non era facile elaborare il suo volto. Facilmente si può trasmettere un messaggio distorto o una spiritualità non veritiera. In un video c’è poco spazio per raccontare una vita ma tanto tempo per poter esprimere un messaggio spirituale. Inoltre, la santa lucchese è stata una santa domestica. Non ha avuto la platea dei grandi taumaturgici o le sacre mura di un convento. Non ha predicato alle folle e neppure ha mostrato attenzione verso fatti straordinari. Gemma ha vissuto tra le mura di casa ed ha percorso poca strada per andare in Chiesa. Nessuna attenzione se non  qualche commento di disappunto: era un “pollino freddo”. Eppure, il Cielo albergava nelle sue povere membra. Quante volte Gesù si è lamentato di non vedere l’ora, al mattino presto, di comunicarsi con questa giovane donna? Perché tanta attenzione da parte del Cielo? Chi è Gemma Galgani? Cosa ha fatto di tanto importante per attirare il Cielo? È davvero un mistero. Si ha quasi timore di raccontare la sua storia. Era giusto prendere una decisione: chi avrebbe scritto la sceneggiatura? Lei! Abbiamo provato a raccontare Gemma attraverso la sua autobiografia. Era l’unico modo per evitare sbagli o raccontare una spiritualità non veritiera.
Ora che il film è finito, guardando la sua spiritualità, si comprendono alcune verità che ci riguardano personalmente.
1. Non possiamo guardare a Dio se non attraverso i fori di Gesù crocifisso
2. Non possiamo farci guardare da Dio se non attraverso gli stessi fori.
3. Non donare nulla a Dio perché siamo poveri e non possiamo dare ciò che non abbiamo. L’unico dono possibile l’offerta di noi stessi
4. Fidarsi ciecamente di Dio contro ogni evenienza e avversità
5. La Madre Addolorata non è una semplice Santa da amare ma è Colei che ha partorito il corpo ed il sangue di Gesù
6. Conseguenza logica: ogni volta che mi comunico con Gesù mi comunico con la Madre
7. Non saremmo mai soli anche se dovessimo attraversare una valle oscura
Io non so perché ho avuto questa gioia di raccontare la sua vita insieme a Rosanna e tanti amici. So, però, che questa gioia è grazia. Una mattina ho sognato una giovane di cui non vedevo il  volto ma che ho  riconosciuto intimamente. Ho udito una voce che ha detto: semplicità e amore. Dopo qualche tempo mi sono ritrovato in casa Giannini a Lucca per delle riprese video ed ho letto queste due parole su di un opuscolo. Ho compreso il messaggio e soprattutto ho conosciuto la giovane che le aveva pronunciate.

Luigi Avella.

 

 

“Anche io sento il desiderio, di ringraziare tutti voi che avete partecipato per realizzare il film. In un modo o in un altro, tutti siete stati tasselli preziosi, che ci hanno permesso di formare questo meraviglioso mosaico.In alcuni momenti, io e Luigi ci siamo sentiti tristi, timorosi di non farcela a portarlo a termine. Ma poi , invece tutto è andato in porto, e ora, eccolo,,,lo vedremo insieme, e insieme condivideremo le emozioni che la storia di santa Gemma ci saprà trasmettere. Mi sento di ringraziare, dal profondo del cuore Luigi, perché se non fosse stato per lui, mai avrei conosciuto Santa Gemma. Sapete che, molte scene sono state girate, dentro la casa dei signori Giannini, coloro che ospitarono Gemma, nei suoi ultimi anni della sua  vita. Io ero dentro la casa, e vi garantisco, che sedermi nella scrivania, dove Lei scriveva le lettere, toccare il letto dove dormiva, guardare il Crocefisso, dove Lei e la famiglia Giannini mangiavano, e tante altre cose..era per me una continua emozione. Ci sono stati momenti che quasi non riuscivo a trattenere le lacrime. Santa Gemma, ha saputo toccare il mio cuore, mi ha fatto comprendere tante cose, non vorrei sembrare esagerata, ma in qualche modo, mi ha cambiata. Oggi, malgrado i problemi, che comunque non mancano, sento di essere grata a Lei, perché le mie pene, le mie sofferenze, sono nulla di fronte a quello che Lei ha patito,e lo ha fatto con gioia; Lei si è offerta a Dio, ha chiesto a Gesù di vivere la Sua Passione, per la redenzione dei peccatori. E allora, offriamo anche noi a Gesù i nostri dispiaceri, le nostre sofferenze, sicuramente li sapremo affrontare meglio, con più coraggio e serenità, certi di non essere soli, nel nostro, a volte, duro cammino della vita”.

Rosanna De Marchi.

 

 

grazie alla collaborazione e il patrocinio dell’Associazione Rosa da Viterbo